La sentenza del Tribunale di Pavia del 5 dicembre 2023 rappresenta un altro esempio significativo di applicazione della procedura di liquidazione controllata per situazioni di sovraindebitamento familiare. La decisione riguarda una coppia, marito e moglie, con debiti pari a circa 290.000 euro, che ha trovato nella procedura una via per affrontare la crisi economica e patrimoniale che li ha colpiti.
Il contesto: debiti, pignoramento e valore dell’immobile
I due coniugi, proprietari di un immobile in provincia di Pavia, si sono trovati in una situazione critica a causa del pignoramento della casa da parte della banca. L’immobile, nonostante due tentativi di vendita all’asta andati deserti, resta ancora invenduto con un’offerta minima fissata alla terza asta pari a circa 72.000 euro.
A questa condizione già problematica si aggiungeva la presenza di due vecchi veicoli, stimati complessivamente intorno ai 2.000 euro, e una riduzione significativa delle entrate familiari dovuta a periodi di disoccupazione e difficoltà lavorative.
I tentativi di vendere privatamente l’immobile, per estinguere almeno una parte dei debiti, si sono rivelati infruttuosi. La forte svalutazione dell’immobile ha reso evidente che, anche con la vendita, sarebbe stato possibile coprire solo una piccola porzione del debito complessivo.
La procedura di liquidazione controllata: un percorso obbligato
La coppia ha quindi deciso di accedere alla procedura di liquidazione controllata, mettendo a disposizione il ricavato della vendita all’asta dell’immobile, pur consapevoli della perdita della proprietà, il valore residuo dei due veicoli, stimati in 2.000 euro, una quota delle entrate future per i successivi tre anni.
Con questa soluzione, i creditori otterranno una soddisfazione media del 30-32% del credito vantato, una percentuale calcolata in base al ricavato effettivo della vendita all’asta.
Sentenza Tribunale di Pavia 5.12.23
Un esito inevitabile, ma con una prospettiva di sollievo per i debitori
Nonostante la perdita dell’immobile, la procedura ha consentito ai debitori di uscire da una situazione insostenibile, evitando ulteriori pressioni e azioni esecutive e di riorganizzare la propria situazione economica, pur con un sacrificio significativo.
La sentenza sottolinea inoltre come, senza l’accesso alla procedura, i coniugi avrebbero comunque perso l’immobile a causa del pignoramento già avviato.
Le cause del sovraindebitamento
Il Tribunale ha riconosciuto che il sovraindebitamento dei due coniugi è stato determinato principalmente da:
- Riduzione delle entrate familiari e periodi di disoccupazione.
- Calo drastico del valore dell’immobile, che ha reso impossibile estinguere i debiti con una vendita ordinaria.
Questo caso evidenzia come il sovraindebitamento non sia sempre frutto di cattiva gestione finanziaria, ma spesso il risultato di circostanze esterne, quali crisi economiche o svalutazioni del mercato immobiliare.
La liquidazione controllata: un’opportunità per i sovraindebitati
La procedura di liquidazione controllata rappresenta una via d’uscita concreta per chi si trova in una situazione di sovraindebitamento. Essa consente ai debitori di mettere a disposizione il proprio patrimonio residuo per soddisfare, anche solo parzialmente, i creditori, evitando ulteriori azioni esecutive e ripartendo con un nuovo equilibrio economico.
Grazie a questa procedura, le persone e le famiglie possono:
- Ottenere una gestione controllata dei debiti, senza pressioni insostenibili.
- Affrontare la crisi economica con strumenti giuridici adeguati.
- Ripartire con una nuova prospettiva, seppur con sacrifici.
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